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Tecnologia

5G: che cos’è, quali sono i punti chiave e come cambierà le nostre vite

La connettività di quinta generazione è in arrivo. Nelle nostre case, e nei luoghi di lavoro, la quotidianità cambierà radicalmente: il frigorifero farà la spesa, la macchina andrà a parcheggiarsi da sola, avremo dei robot come colleghi. Al Mobile World Congress si sono viste delle anticipazioni di futuro, e i primi smartphone pronti a viaggiare a nuove velocità

5G, che cosa cambia

Parleremo, e tanto, con le cose. Non sarà un segno di pazzia (e dovremo fare in modo che non lo diventi) ma del fatto che vivremo in un mondo iperconnesso. Quello che ci circonda, a cominciare dalla casa, sarà intelligente perché in costante dialogo con potenti server remoti che diranno ai vari oggetti e servizi cosa fare in base alle nostre esigenze. Se il mondo dove viviamo ora ci sembra già fortemente cadenzato dall’uso della Rete, quello di domani sarà immerso in una tecnologia per lo più invisibile ma pervasiva di ogni nostra attività. Sarà il mondo del 5G, la connettività mobile di quinta generazione destinata a cambiare il modo di lavorare, di produrre. E di vivere. Come ci ha spiegato Federico Rigoni al Mobile World Congress, la fiera di Barcellona dedicata alla telefonia, «Le evoluzioni delle reti mobili dal 2G, al 3G fino all’attuale 4G hanno rappresentato dei salti quantitativi di velocità. Il 5G è invece una discontinuità tecnologica». Secondo l’amministratore delegato di Ericsson Italia è come parlare di una nuova Internet. «Permetterà servizi completamente differenti rispetto agli attuali».

Velocità, latenza, connessioni in contemporanea

Di cosa stiamo parlando? Di un film di fantascienza proiettato nelle nostre vite. Alla mattina la macchina del caffè e la doccia svolgeranno le loro funzioni da soli, in base a routine pre-impostate o al comando appunto della nostra voce. Il frigorifero farà la spesa, i robottini per pulire eseguiranno in modo ordinato il loro lavoro non appena saremo usciti di casa, per non disturbare. Sarà poi la macchina a venirci a prendere, da sola, sotto casa. E poi andrà a parcheggiarsi in autonomia dopo averci lasciati al lavoro. Dove alcuni nostri colleghi saranno delle macchine, e software sempre più precisi ci seguiranno nelle nostre mansioni, facendoci collaborare in tempo reale con persone sparse in diverse parti del mondo. Il 5G non è il teletrasporto ma renderà il tutto e tutti, qui e ora, una normalità. Le parole chiave sono tre: velocità, bassa latenza (ovvero tempi di risposta molto rapidi) e larga capacità di connessione.
Un primo esempio di questo futuro l’abbiamo visto allo stand di Accenture della fiera catalana: l’Expo di Dubai del prossimo anno tradurrà in realtà il tema dell’esibizione, «Collegare le menti, creare il futuro». Sotto un ombrello 5G, i 25 milioni di visitatori attesi fruiranno di servizi che – dal cibo ai trasporti – li andranno a cercare invece che il contrario. Attraverso gli smartphone – per i più avanzati saranno visori e occhiali per la realtà aumentata – saranno portati per mano da una guida dalle fattezze umane ma virtuale che parlerà la loro lingua e si adatterà alle singole esigenze.

Gli smartphone

I limiti per il 5G, come ha spiegato Carl Pei, non saranno più tecnologici ma solo di inventiva da parte di chi crea contenuti e servizi. Il 29enne cinese è uno dei fondatori di OnePlus, uno dei produttori di telefoni che al Mobile World Congress hanno portato i primi smartphone che funzionano con la nuova connettività. Perché se la data di partenza del servizio per gli utenti finali è segnata con il 2020, da Barcellona è arrivata una decisa accelerazione. A causa anche di un mercato stagnante che ha fretta di annunciare novità. Così Samsung avrà i Galaxy S10 5G, Xiaomi ha annunciato una versione aggiornata del suo Mi Mix 3 (a un prezzo aggressivo: 599 euro). In attesa delle mosse di Apple, una delle prime date utili per vedere il 5G al lavoro sarà giugno, mese in cui Lg ha annunciato il suo V50 ThinQ 5G, dotato di una cover con secondo schermo Oled incluso che raddoppierà il display primario, offrendo funzioni peculiari, tra cui quella di diventare un joypad virtuale per i giochi. Perché proprio il gaming, come spesso accade, sarà uno dei primi ambiti in cui operatori (e partner) potrebbero sfruttare le caratteristiche delle reti di quinta generazione. Nello stand Huawei abbiamo provato una versione in alta definizione di Fifa 19 che girava in streaming. Ossia su server lontani che grazie alla generosità di banda proponevano il gioco di calcio sui telefoni come se girasse su una console.

Realtà virtuale

Un ambito particolare dell’intrattenimento digitale è poi quello della realtà virtuale. Secondo una statistica, oggi solo l’1,3% dei pc mondiali ha un hardware sufficiente a supportare i device come Oculus Rift o Htc Vive. Il 5G potrebbe aiutare a far diventare i mondi virtuali un fenomeno di massa senza bisogno di acquistare hardware ad hoc. Superando allo stesso tempo – grazie ai bassissimi tempi risposta – quella nausea da virtuale (motion sickness) che in molti sperimentano indossando un visore. In una dimostrazione fatta dalla Liga spagnola abbiamo potuto sperimentare come sarà vedere una partita di calcio in diretta da punti di vista inimmaginabili, comne se fossimo a bordo campo.

Telemedicina

Altra novità che presto un numero crescente di cittadini sperimenterà è quello della telemedicina. Alla Fira Gran Via è andata in scena una prima mondiale: il dottor Antonio De Lacy ha fatto da guida a distanza a un’equipe che era in sala operatoria all’Hospital Clinic di Barcellona, ad alcuni chilometri di distanza. Su un tablet il medico, primario gastroenterologo, indicava grazie a una penna i punti critici e i potenziali problemi in un intervento di laparoscopia del tumore del colon-retto. I dottori in sala operatoria vedevano comparire in tempo reale le indicazioni, minimizzando i rischi. Un esempio dal vivo di telementoring: una sottocategoria della telemedicina, ma potenzialmente anche più interessante perché grazie al 5G permetterà a chirurghi non specializzati (pensiamo soprattutto a operazioni da svolgersi in Africa, Asia e America Latina) di essere assistiti e guidati da colleghi con un alto livello di specializzazione che si trovano addirittura in altri continenti. Questo tipo di applicazioni del 5G si può realizzare grazie a un’altra caratteristica delle nuove reti: il network slicing che consente a un singolo nodo della rete di allocare le risorse necessarie per un servizio particolarmente urgente o sensibile.

I costi

L’appuntamento è dunque per i prossimi mesi, con una domanda concreta molto importante: quanto costerà un abbonamento in 5G? Non esiste una risposta numerica, ma Fabio Iaione – ad di Qualcomm Italia – ci ha guidato nel formarci un’idea: «Non si tratta solo di maggiore velocità ma di avere sul proprio telefono un servizio di Rete che potremmo definire premium. I costi saranno una conseguenza di questo». Per chi vorrà sperimentare tra i primi questo nuovo mondo aspettiamoci dunque tariffe almeno doppie rispetto alle attuali. Poi anche il 5G diventerà la normalità.

FONTE Federico Cella e Paolo Ottolina

FOTO

Fonte
CORRIERE.IT
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