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mondo

Covid mette pressione su ospedali Spagna, cresce in Francia, boom isolati in Uk

In Australia situazione da "emergenza nazionale", in Brasile ancora 50mila contagi al giorno, a Tokyo casi in aumento

I casi di Covid stanno aumentando in Italia, così come nel resto del mondo. Nel nostro Paese l’indice Rt è in forte crescita. Nell’ultimo monitoraggio si attesta allo 1,26, contro lo 0,91 della scorsa settimana. È la prima volta che l’Rt torna sopra quota 1 dal 26 marzo scorso. Si è anche registrata un’impennata dell’incidenza settimanale, che schizza da 19 a a 40 casi per centomila abitanti. Nella giornata di ieri si sono registrati 5.057 nuovi casi, con 15 vittime. Restano stabili però le terapie intensive. Ci sono alcuni Paesi, come la Spagna, in cui, invece, la variante Delta ha fatto aumentare la pressione sugli ospedali, altri come la Gran Bretagna in cui è il numero dei casi a preoccupare costringendo moltissimi inglesi all’isolamento, altri ancora come il Giappone con il fiato sospeso per la partenza dei Giochi olimpici.

Ecco i dettagli della situazione contagi da Covid in alcuni Paesi del mondo.

SPAGNA

Il tasso di occupazione delle terapie intensive da parte di pazienti Covid in Spagna è passato in una settimana dal 9,18% al 13,52%, mentre quello nei reparti generici dal 3,91% al 6,37%. Sono i dati aggiornati del Ministero della Sanità. A Madrid, per esempio, il governo regionale ha disposto la conversione di uno dei padiglioni del nuovo grande ospedale Isabel Zendal da centro di vaccinazione a reparto covid, secondo la radio Cadena Ser. E in Cantabria (nord del Paese) le autorità sanitarie hanno manifestato allarme per il fatto che 10 sui 17 pazienti attualmente ricoverati in terapia intensiva hanno meno di 40 anni.

Continua la quinta grande ondata di contagi nel Paese iberico, il cui impatto sul sistema ospedaliero si sta facendo notare in modo sempre più consistente, anche se attenuato dalla copertura vaccinale. L′8 luglio, ovvero due settimane fa, i tassi erano, rispettivamente, del 6,64% e del 2,42%.
Il ritmo di trasmissione del virus pare tuttavia in fase di lieve rallentamento; tuttavia la situazione è variabile a seconda della regione. In Catalogna, per esempio, i contagi sono in fase di discesa, mentre l’occupazione delle terapie intensive sfiora il 40%. A Madrid, invece, i contagi sono ancora in fase ascendente, mentre l’occupazione delle terapie intensive è del 13,18%.
L’incidenza media nazionale dei casi registrati negli ultimi 14 giorni è di 659 ogni 100.000 abitanti. Il tasso di positività è salito rispetto a ieri dal15,64% al 15,81%. Una settimana fa era del 13,70%.

La giustizia spagnola ha dato l’ok per estendere la validità del coprifuoco a più municipi della costa orientale del Paese, comprese località turistiche come Alicante e Benidorm (Comunità Valenciana). La misura sarà valida dall′1 di notte alle 6 del mattino. Da giorni è già in vigore in grandi città come Barcelona e Valencia. Alle Baleari, invece, è stata autorizzata la proibizione di riunioni notturne tra non conviventi nello stesso orario. Sono molte le regioni della Spagna che stanno adottando restrizioni specifiche per tentare di contrastare la quinta ondata di contagi di Covid nel Paese. Alcune hanno chiesto l’ok per poter applicare il coprifuoco, mentre alcune altre preferiscono restrizioni differenti.

 

FRANCIA

Continuano a crescere, seppur di poco, i nuovi casi Covid in Francia: sono stati 21.909 nelle ultime 24 ore, a fronte dei 21.539 di mercoledì. Sempre nelle ultime 24 ore, i decessi registrati negli ospedali sono stati 11. Sono attualmente ricoverate 6.832 persone, 37 in meno rispetto a ieri e 222 in meno rispetto a una settimana fa.

L’Assemblea nazionale francese ha votato in prima lettura il nuovo disegno di legge anti-Covid che prevede la controversa proroga della tessera sanitaria e dell’obbligo di vaccinazione per i caregiver, dopo una notte insonne segnata da aspri dibattiti. I deputati hanno votato in prima lettura questo nono testo anti-Covid dal marzo 2020 con 117 voti favorevoli e 86 contrari. Ora è nelle mani dei senatori che devono esaminarlo per un’adozione definitiva che l’esecutivo intende registrare entro la fine del fine settimana di fronte all’impennata dell’epidemia dovuta alla propagazione della variante Delta.

Con la variante Delta che corre velocissima in tutta la Francia diversi dipartimenti hanno deciso negli ultimi giorni di reintrodurre l’obbligo della mascherina all’aperto, revocato il 17 giugno dal governo. È il caso, per esempio, dell’Hérault, nel sud del Paese, della Vandea e del Var (in alcuni comuni). L’obbligo della mascherina all’aperto era già tornato all’inizio del mese in alcune città fra cui Nizza, Deauville, Le Touquet e Bordeaux (soltanto in determinati quartieri).
Il premier Jean Castex ha riconosciuto che il Paese sta vivendo la quarta ondata dell’epidemia. Il ministro della Salute, Olivier Véran, ha da parte sua sottolineato che l’aumento dei contagi sta causando anche “un incremento dei ricoveri con centinaia di persone fragili”

 

GERMANIA

La recrudescenza dell’epidemia di Covid in Germania preoccupa il governo. Nelle ultime 24 ore in Germania sono stati diagnosticati 1.890 nuovi casi, aggiornando così a 3.750.503 il totale dei contagi dallo scoppio della pandemia, secondo i dati del Robert Koch Institute (Rki). Il bilancio delle vittime riconducibili al Covid-19 è invece di 91.458, 42 in più rispetto a ieri.

La cancelliera Angela Merkel si è detta inquieta per la crescita “esponenziale” dei nuovi contagi e ha invitato i tedeschi a vaccinarsi. “Le infezioni stanno aumentando di nuovo con una chiara e preoccupante dinamica”, ha detto Merkel durante una conferenza stampa a Berlino. “Vediamo una crescita esponenziale”, ha aggiunto, specificando che “ogni vaccinazione è un piccolo passo verso il ritorno alla normalità”. “Il fattore di riproducibilità del Covid-19 in Germania ha superato in maniera permanente il valore critico di 1: ciò significa una crescita esponenziale del virus, dovuto alla più contagiosa variante Delta” ha concluso Merkel.

 

REGNO UNITO

È ‘pingdemic’ in Gran Bretagna. Il neologismo creato dai media, traducibile in un’epidemia di contatti generati dal sistema di tracciamento anti-Covid che sta obbligando migliaia di persone in Inghilterra e Galles a mettersi in quarantena per precauzione, preoccupa quasi più della variante Delta. Nell’ultima settimana si è toccato il record di ‘pinged’ (tracciati), più di 600mila cittadini, e fra questi si contano molti lavoratori del settore alimentare e della grande distribuzione, in particolare dei supermercati, nei quali si iniziano a vedere i primi scaffali vuoti. L’intero comparto ha lanciato quindi un allarme, raccolto dal governo di Boris Johnson, che tenta la via delle esenzioni dall’isolamento per le categorie fondamentali al fine di non fermare il Paese.

I dati ufficiali sono indicativi: l’applicazione Nhs Covid-19 creata appunto dall’Nhs (il servizio sanitario pubblico), equivalente dell’italiana Immuni, ha inviato ben 618.903 avvisi, un aumento del 17% rispetto alla settimana precedente. Per quanto riguarda i contagi, nell’ultimo giorno ne sono stati registrati poco meno di 40mila, con 84 decessi. Le morti sono cresciute del 50% in una settimana. Se per la pingdemic i tabloid inglesi puntano su titoli piuttosto forti, parlando di generi alimentari e di prima necessità verso l’esaurimento e di “punto di non ritorno” entro 48 ore, gli stessi supermercati avvertono che le carenze di prodotti non sono poi così gravi. Per le grandi catene come Sainsbury’s e Co-op solo alcuni articoli possono risultare non disponibili nei punti vendita mentre Iceland invita ad evitare ingiustificate forme di accaparramento che potrebbero avere proprio l’effetto contrario e quindi favorire lo svuotamento degli scaffali. Le stesse indicazioni arrivano dall’associazione di categoria, il British Retail Consortium. Allo stesso tempo però le aziende del settore si lamentano dei disagi causati dal sistema di tracciamento, denunciando carenze di personale e tanti disservizi che di conseguenza si ripercuotono sui consumatori. Ma sono diversi i settori che denunciano problemi, dai camionisti, fondamentali per garantire forniture e consegne, agli agenti di polizia: in una sala di controllo della Dorset Police, dove arrivano le chiamate al numero di emergenza 999, un terzo del personale è assente dal lavoro dopo essere stato segnalato dal sistema di tracciamento o essere risultato positivo al Covid. Critiche alla gestione dell’esecutivo arrivano intanto dal Labour, che chiede chiarezza sulla lista di categorie lavorative da esentare.

Ma come funziona la app dell’Nhs? La segnalazione scatta quando si entra in contatto con una persona indicata come positiva. L’avviso di per sé vale come un avvertimento e non è applicabile per legge, lo diventa invece quando si riceve la telefonata dal team di ‘Test and Trace’, responsabile del tracciamento dei contagi. In quel caso si deve iniziare la quarantena di 10 giorni. “Questo pone una serie di sfide ma le regole sono chiare e devono essere rispettate”, ha dichiarato il ministro delle Attività produttive, Kwasi Kwarteng. Il governo conservatore cerca di ovviare al difficile momento e all’impennata dei contagi con misure che non comportino un rallentamento dell’economia e troppi disagi per la popolazione. La via scelta è quella di esenzioni per un “numero molto ristretto” di lavoratori chiave in certe categorie. Questi potranno infatti sottoporsi a tamponi quotidiani al posto dell’isolamento. Del resto lo stesso Johnson, attualmente in quarantena, era pienamente consapevole della serie di problemi che sarebbero derivati dalla fine di quasi tutte le restrizioni anti-Covid, scattata il 19 luglio. L’idea del business as usual ha prevalso, anche contando sulla campagna di vaccinazione a tappeto portata avanti dall’Nhs.
Intanto una notizia positiva per il ritorno alla normalità arriva da Windsor: per la prima volta dall’inizio della pandemia è stato ripristinato il cambio della guardia, con grande gioia di tutti i fan dei reali.

STATI UNITI

I casi di Covid-19 sono quasi triplicati negli Stati Uniti nelle ultime due settimane e la media di sette giorni per i nuovi casi giornalieri è salita a oltre 37.000 martedì, rispetto a meno di 13.700 dello scorso 6 luglio, stando ai dati della Johns Hopkins University. Secondo il CDC, solo il 56,2% degli americani ha ricevuto almeno una dose del vaccino.

“Abbiamo una pandemia di non vaccinati – ha commentato il presidente Joe Biden – eppure è così semplice, così semplice. Se sei vaccinato, non verrai ricoverato in ospedale, non sarai nell’unità di terapia intensiva e non morirai”.

“Chiunque non è vaccinato contro il Sars-Cov2 è a grande rischio e deve prendere precauzioni a tutti i livelli come indossare le mascherine, evitare incontri di gruppo e così via”, ha dichiarato Vivek Murthy, “surgeon general” degli Stati Uniti. A fare il punto sulle straordinarie capacità di infezione della variante Delta è intervenuto anche il dean del dipartimento di Salute pubblica della Brown University, Ashish Jha: “Non c’è dubbio che la Delta sia la mutazione più contagiosa mai vista del coronavirus, c’è un carico virale talmente alto in una persona infetta che basta essere vicini per 5 minuti e persino a più di 2 metri di distanza e si può venire contagiati”. La Delta – secondo le ultime stime – ha una capacità di trasmissione più veloce del 55% rispetto alla tipologia Alfa originale del virus.

Biden ha espresso ottimismo sul fatto che i bambini piccoli diventeranno presto idonei per le inoculazioni del vaccino anti Covid-19. Ieri ha spiegato che i bambini sotto i 12 anni potrebbero essere vaccinati entro agosto o più tardi in autunno. “Non mi promettono una data precisa, ma la mia aspettativa, parlando con gli scienziati è che forse all’inizio dell’anno scolastico, alla fine di agosto, o a partire da settembre o ottobre, si otterrà l’approvazione finale per la vaccinazione dei bambini – ha affermato Biden, che però ha aggiunto – la decisione finale spetta ai funzionari della FDA e del CDC. “Non dico a nessuno scienziato cosa dovrebbe fare. Non interferisco” ha concluso.

 

CUBA

Nel Paese si è registrato un nuovo picco di casi di contagio da Coronavirus. Il ministero della Salute ha certificato 7.745 nuove infezioni quotidiane per un totale di 308.599 casi confermati da inizio pandemia. I nuovi decessi attribuiti al Covid-19 sono stati 65 (2.137 quelli totali), i pazienti guariti 270.757.

Cuba ha vaccinato al momento oltre 3,4 milioni di persone con almeno una dose, 2,8 hanno ricevuto le due inoculazioni, 2,1 milioni la terza. Il Paese sta attraversando attualmente la fase peggiore della pandemia e il governo del Messico ha annunciato l’invio di aiuti medici – siringhe, bombole di ossigeno e mascherine – ed alimentari – tra cui latte in polvere, farina di frumento, olio da cucina, oltre a benzina, che verranno trasportati sull’isola domenica da due navi della marina.

BRASILE

Il Brasile ha registrato 49.757 nuovi casi e 1.412 nuovi decessi associati al coronavirus nelle ultime 24 ore, secondo i dati ufficiali diffusi dal governo. Dal primo contagio, il 26 febbraio 2020, e dal primo decesso, il 12 marzo dello stesso anno, il colosso latinoamericano ora aggiunge 19.523.711 casi accertati e totalizza 547.016 decessi. Il Ministero della Salute, nel suo ultimo bollettino epidemiologico, ha indicato che tra mercoledì e giovedì si è registrata una diminuzione del numero dei contagiati (-8,73%) e una leggera diminuzione del numero dei decessi giornalieri (-0,84%). Secondo il rapporto, nella nazione di quasi 212 milioni di abitanti, sono stati guariti 18.259.711 pazienti dal nuovo coronavirus SARS-CoV-2, che rappresenta il 93,5% del totale infetto. Altri 716.984 pazienti sono sotto controllo medico negli ospedali o nelle loro residenze dopo essere risultati positivi ai test clinici. Il Brasile, uno dei tre Paesi al mondo più colpiti dalla pandemia in numero assoluto insieme a Stati Uniti e India, registra un tasso di mortalità di 260,3 morti ogni 100.000 abitanti e un’incidenza di 9.290 persone contagiate nella stessa proporzione. Il numero medio di casi nell’ultima settimana è sceso a 37.313 infezioni giornaliere, il livello più basso dal 6 gennaio, quando la media era di 35.422 infezioni al giorno.

Il numero medio di decessi giornalieri nell’ultima settimana, che ha superato i 3.000 decessi al giorno al culmine della seconda ondata della pandemia, questo giovedì è sceso a 1.153 al giorno, secondo i segretari del Consiglio nazionale della sanità (Conass). Lo stato di San Paolo, il più popoloso del Paese con 46 milioni di abitanti e situato nella regione del sud-est, continua ad essere quello con i casi più confermati (3.979.102) e i decessi (136.466). Il Paese ha applicato 128,5 milioni di vaccini, con 92,6 milioni forniti nella prima dose e 35,9 milioni nella seconda o singola. Il ministero della Salute è riuscito a immunizzare il 17,1% della popolazione con due dosi o con una sola applicazione.

 

AUSTRALIA

L’aumento dei casi di Covid-19 a Sydney, la più grande città dell’Australia, rappresenta una “emergenza nazionale”. È l’allarme lanciato dalle autorità locali, ammettendo che un mese di lockdown non è riuscito a fermare l’aumento dei contagi da variante Delta. Per questo lo Stato del New South Wales, di cui Sydney è capitale, ha esortato il governo federale a inviare con urgenza vaccini e risorse. Dichiarare lo stato di emergenza nazionale potrebbe consentire un maggiore coinvolgimento delle autorità centrali in questa crisi, anche dislocando maggiori fondi. “Abbiamo l’obbligo nei confronti della nazione di contenere il virus”, ha dichiarato il primo ministro di New South Wales, Gladys Berejiklian. “È chiaro che le cifre non vanno nella giusta direzione”, ha aggiunto. Le autorità sanitarie, ha continuato, “ci dicono che la situazione nel New South Wales, soprattutto nei quartieri Sud-Ovest e Ovest di Sydney, è considerata un’emergenza nazionale”.
Il New South Wales ha registrato 136 nuovi casi nelle ultime 24 ore, un record da giugno. Sembrano numeri risibili rispetto a quelli accertati quotidianamente in altri grandi Paesi, ma si tratta di una difficile sfida per l’Australia, che fin dall’inizio ha optato per una strategia “casi zero”. La campagna di vaccinazione è, però, molto lenta e solo il 12% della popolazione è vaccinato.

La Nuova Zelanda ha annunciato una nuova sospensione, a partire da questa sera e per almeno otto settimane, della ‘bolla’ dei viaggi aerei con l’Australia, proprio a seguito dell’impennata di casi di Covid-19 nel Paese vicino. La primo ministro neozelandese, Jacinda Ardern, ha spiegato che in Australia “ci sono diversi focolai, e in diverse fasi di contenimento” e che la decisione si è imposta perchè era “a rischio” la salute dei cittadini.

La bolla, che ha consentito di viaggiare tra i due Paesi senza fare quarantene, è diventata operativa ad aprile, sebbene le autorità di entrambi gli Stati si fossero riservate la possibilità di sospenderla completamente o parzialmente in caso di nuovi focolai. Già a giugno c’era stata un’altra sospensione, sempre decisa dalla Nuova Zelanda. Ardern ha sottolineato che verrà, comunque, consentito ai neozelandesi e residenti permanenti di rimpatriare, previa presentazione di un tampone negativo; chi si è recato nello Stato del New South Wales, l’epicentro dell’epidemia in Australia, dovrà mettersi in quarantena per due settimane.

 

GIAPPONE

Record di contagi di coronavirus a Tokyo, in Giappone. Alla vigilia dell’apertura delle Olimpiadi, si è registrato il numero più alto di nuovi casi covid degli ultimi sei mesi. Lo hanno riferito le autorità sanitarie locali parlando di 1.979 positivi nelle ultime 24 ore, il dato più alto da gennaio. Si tratta di un aumento di oltre 600 contagi rispetto alla scorsa settimana e di 147 casi rispetto a ieri.

Alle Olimpiadi di Tokyo 2020 oggi sono risultate positive al Covid altre 19 persone, fra cui 3 atleti. Lo ha reso noto il Comitato organizzatore a poche ore dalla cerimonia di apertura. “Si tratta del numero più alto in un solo giorno”, sottolinea il sito di Usa Today osservando che dal primo luglio ci sono stati in tutto 106 positivi legati ai Giochi. Fra i 19 nuovi casi vi sono anche tre giornalisti e 10 persone coinvolte nell’organizzazione. Sono almeno 8 gli atleti che non parteciperanno ai Giochi dopo essere risultati positivi al test per la ricerca del coronavirus.

 

fonte huffingtonpost.it

foto MediaNews Group via MediaNews Group via Getty Images

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huffingtonpost.it
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