Un messaggio ‘extraterrestre’ trasmesso da Marte e diretto a noi umani sulla Terra.
E’ il primo atto del progetto “A Sign in Space”, ideato dall’artista Daniela De Paulis, collaboratrice del Seti Institute e del Green Bank Observatory e coordinatrice dell’area Space & Society del Centro di ricerca InCosmiCon, del Dipartimento di Scienze umane e Innovazione per il territorio dell’Insubria, diretto dal professor Paolo Musso.
Il segnale sarà inviato alle 21.16 verso tre radiotelescopi, uno dei quali italiano: la stazione radioastronomica Inaf di Medicina, vicino a Bologna. Lo hanno annunciato l’Agenzia Spaziale Europea (Esa) e l’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf): una sonda dell’Esa in orbita intorno a Marte manderà verso la Terra un segnale radio contenente la simulazione di un possibile messaggio extraterrestre.
Dopo essere stato ricevuto dai radiotelescopi, il messaggio sarà condiviso online e sui social del Seti (Search for Extra-Terrestrial Intelligence). Tutti, in qualsiasi parte del mondo, potranno cimentarsi a decifrarlo.
L’obiettivo è quindi coinvolgere il pubblico in una sorta di “performance spaziale”, la simulazione di uno scenario senza precedenti in cui ci si chiede che cosa accadrebbe se ricevessimo un messaggio da una civiltà extraterrestre e cosa significherebbe per l’umanità.
Per rispondere a queste domande Daniela de Paulis ha riunito un team scientifico, sotto il cappello di un titolo in inglese, “A Sign in Space”, che cita il racconto “Un segno nello spazio” delle “Cosmicomiche” di Italo Calvino, di cui quest’anno ricorre il centenario della nascita. “E’ una preparazione a una possibilità, uno scenario possibile che può aiutarci a indagare sui come ci potremmo approcciare a un messaggio che arriva da una forma di vita che non conosciamo”, spiega Claudia Mignone dell’Inaf.
“Pochi lo sanno – spiega il professor Paolo Musso del Dipartimento di Scienze umane e innovazione per il territorio dell’Insubria- ma la riflessione su come comunicare con altri esseri intelligenti risale addirittura a Kant e ci può insegnare moltissimo su noi stessi, perfino se il contatto non dovesse mai avvenire”. Il Seti ci sta lavorando da decenni, aggiunge, “ma finora solo a livello teorico”.
Il progetto “A Sign in Space”, continua Musso, è stato definito dall’Esa “una performance artistica, in quanto ha uno scopo principalmente dimostrativo: rendere consapevole il grande pubblico che la ricezione di un messaggio alieno è possibile e potrebbe verificarsi in qualsiasi momento”. Tuttavia, sottolinea, “per molti aspetti il messaggio è strutturato come riteniamo dovrebbe essere un autentico messaggio interstellare”. Per questo, grazie al lavoro “davvero incredibile” di Daniela De Paulis,”per la prima volta nella storia potremo mettere alla prova le nostre idee in una trasmissione reale”. La speranza, conclude, è che questo possa “rivitalizzare la ricerca in questo campo, che per varie ragioni negli ultimi anni è stata un po’ trascurata”.