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Italia

Il rapporto Istat rileva un numero stabile di poveri assoluti e relativi nel 2016. In aumento quelli del Centro

In Italia la povertà va a braccetto con la giovane età

Le giovani generazioni continuano a risultare più povere di quelle anziane, sia in termini assoluti che relativi. Questo è il quadro allarmante diffuso dall’Istat, l’ultimo di una serie di interventi sul benessere degli Under 35.

Dal 2012 l’istituto rileva una relazione inversa tra l’incidenza della povertà e l’età del capofamiglia. Infatti, in termini assoluti il valore minimo, pari a 3,9%, si registra tra le famiglie con persona di riferimento Over 64, mentre quello massimo tra le famiglie con persona di riferimento sotto i 35 anni (10,4%). In termini relativi, raggiunge il 14,6% nel secondo caso e scende al 7,9% nel primo.

Nel 2016 si stima siano 1 milione e 619 mila le famiglie residenti in condizione di povertà assoluta, nelle quali vivono quasi 5 milioni di individui (4 milioni e 742 mila, per la precisione), in linea con i valori degli ultimi quattro anni. L’incidenza della povertà assoluta per le famiglie si mantiene stabile (6,3%), mentre per gli individui sale leggermente al 7,9% rispetto al 2015 (quando era 7,6%).

La percentuale aumenta al Centro in termini sia di famiglie (5,9% da 4,2% del 2015) sia di individui (7,3% da 5,6%), a causa soprattutto del peggioramento registrato nei comuni fino a 50 mila abitanti al di fuori delle aree metropolitane (6,4% dal 3,3% dell’anno precedente).

Anche la povertà relativa risulta invariata rispetto al 2015. Nell’anno passato ha riguardato il 10,6% delle famiglie residenti (10,4% nel 2015), per un totale di 2 milioni 734 mila, e 8 milioni 465 mila individui,il 14,0% dei residenti (13,7% l’anno precedente).

Tra le famiglie numerose (con tre o più figli) l’incidenza della povertà assoluta sale al 26,8% dal 18,3% del 2015, aumentando anche fra i minori, da 10,9% a 12,5% (1 milione e 292 mila nel 2016). In maniera analoga, la povertà relativa è più diffusa tra le famiglie con 4 componenti (17,1%) o 5 componenti e più (30,9%).

Influisce anche la posizione professionale: Per le famiglie la cui persona di riferimento è un operaio, l’incidenza della povertà assoluta è doppia (12,6%) rispetto a quella delle famiglie nel complesso (6,3%). Per i colletti blu si mantiene elevata anche l’incidenza relativa (18,7%), che però risulta ben più alta per quei nuclei nei quali il capofamiglia è in cerca di un’occupazione (31,0%).

Come negli anni precedenti l’incidenza di povertà assoluta diminuisce al crescere del titolo di studio della persona di riferimento: 8,2% se ha al massimo la licenza elementare; 4,0% se è almeno diplomata.

Fonte di notizie
teleborsa.it
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