È una credenza piuttosto comune quella secondo cui la pasta sarebbe uno degli alimenti che provocano un maggior aumento di peso. Ma non è così e a dimostrarlo è uno studio dell’Università di Parma che Elisabetta Bernardi, biologa e nutrizionista, ha commentato in tv, giovedì scorso, ospite della puntata di «Noos – L’Avventura della conoscenza», il programma di Alberto Angela in onda su Rai 1. Nel corso del dibattito, la dottoressa ha anche spiegato come dimezzare le calorie di un piatto di spaghetti o maccheroni, nel caso in cui servisse o lo si desiderasse, e confermato che «sì, mangiare pasta rende felici».
Lo studio
Per la maggior parte degli italiani la felicità, almeno a tavola, ha il sapore di un piatto di pasta e, ora, anche la scienza lo ha dimostrato. Nell’ultima puntata di « Noos – L’Avventura della conoscenza», è stato approfondito proprio questo tema: la pasta, secondo uno studio condotto dai ricercatori della IULM di Milano, provocherebbe un’attivazione emotiva cerebrale positiva (che si mantiene anche dopo il consumo). La ricerca è stata condotta su 40 partecipanti: 20 uomini e 20 donne, tra i 25 e i 55 anni: è stato analizzato il confronto delle loro reazioni emotive di fronte a un piatto di pasta, rispetto ad altre attività che suscitano buonumore, come l’ascoltare della musica o il guardare una partita. Nonostante i partecipanti avessero risposto che ascoltare musica mettesse loro più di buon umore, i risultati dell’encefalogramma hanno dato un esito diverso: è la pasta a rendere davvero felici. E se il consumo di carboidrati stimola il buonumore, allo stesso modo l’eliminazione (o la riduzione drastica) ci può rendere tristi a causa della diminuzione della serotonina, come ha spiegato la biologa e nutrizionista Elisabetta Bernardi, ospite della puntata.
La pasta non fa ingrassare
Bernardi ha inoltre smentito la credenza secondo cui la pasta sarebbe uno degli alimenti che provocano un maggiore aumento di peso: uno studio dell’Università di Parma, infatti, ha rilevato che le persone che consumavano cinque volte a settimana pasta nell’ambito di una dieta ipocalorica sono riuscite a perdere più peso e a portare avanti la dieta più a lungo rispetto a chi consumava solo due porzioni a settimana, di pasta si intende.
I trucchi dell’esperta
Insieme a queste consapevolezze e a un piccolo «reminder» sulle giuste quantità — la porzione per un piatto di pasta standard è di 80 grammi a crudo —, sono stati poi rivelati alcuni «trucchi» casalinghi per ridurre le calorie: basterà infatti, una volta cotta la pasta, farla raffreddare, in modo da trasformare l’amido in amido resistenze. «Queste ultime — ha chiarito l’esperta — sono fibre, in quanto tali apportano 2 calorie a grammo anziché 4».