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Viaggio

LA AVVENTURA IN SOLITARIA DI LUIGI DE SANTIS

La Via Francigena del Sud: 900 km da percorrere a piedi tra Roma e Santa Maria di Leuca.

Giornata di pieno relax dedicata al turismo, che in un cammino non è cosa scontata, e a una fase di primi bilanci, parziali ma comunque significativi.
Tre anni, come si dice da noi, hanno la coda.
Rispetto al mio cammino di tre anni fa sulla Francigena del Nord avverto più stanchezza, che ogni mattina successiva poi, magicamente e fortunatamente, si dissolve.
Anche gli attimi di “sconforto” o di solitudine, che in un cammino in solitaria vanno messi nel conto, sono più numerosi e improvvisi, ma anche loro, fortunatamente, svaniscono all’istante al suono di una voce cara seppur lontana, o col meraviglioso profumo del pane appena sfornato che ogni mattina ti solletica le narici e riempie i polmoni, o come oggi, a Gaeta, con il profumo del mare.
Volendo sintetizzare: stai invecchiando, baby!
Potrebbe essere un'immagine raffigurante orizzonte
Passando dalle sensazioni personali a questioni più oggettive:
1) Tanto asfalto, troppo. Probabilmente non si potrà fare diversamente, ma in confronto alla via del Nord le percentuali sono decisamente aumentate, soprattutto per il ricorso a strade ad alta intensità di traffico, sia statali (Appia su tutte) che provinciali.
Non mi soffermo sulla (in)civiltà degli automobilisti che, potendo, accelerano pure quando hanno un pedone in vista.
2) Tanti cani, troppi.
Liberi o a catena, col pastore o col padrone, abbaiano a qualunque cosa si muova, con la neanche tanto malcelata soddisfazione del partner umano.
Se capisco, pur temendo, il maremmano che DEVE proteggere il suo gregge in un areale che cresce in virtù del numero dei capi che lo compongono, non capisco e non accetto coloro i quali pur avendo casa recintata la lasciano a prendere aria con i cancelli aperti incuranti di un pastore tedesco che non chiede di meglio.
Qui non si tratta di distrazione ma di maleducazione e assoluta mancanza di rispetto, non certo da parte dei cani…
3) Percentuale di monumenti e chiese chiuse, scusate l’infelice assonanza, decisamente sconfortante e, oserei dire, vergognosa.
Mi limito, a mo’ di esempio, alla giornata odierna: Gaeta, città turistica e piena di cose da vedere.
– Tempio di San Francesco: chiuso, apre solo di domenica
La Chiesa di San Giovanni a Mare | Port Mobility Civitavecchia
– Chiesa di San Giovanni a mare: chiusa, apre solo domenica
– Pinacoteca comunale: chiusa, apre dal venerdi alla domenica
– Cappella dorata nel Complesso della SS.Annunziata: chiusa, visitabile dal venerdì.
Insomma il giovedì puoi anche startene a letto tanto perdi poco.
Se poi trovi qualcosa di aperto, non pensare neanche lontanamente di andarci alle 12,15 per chiusura ore pasti, belli abbondanti, direi, dato che si riapre non prima di due ore e mezza. Ricordate la Cinzia Leone/signora Vaccaroni di Avanzi e la “pizza de fango der Camerun”, con l’ufficio aperto dalle 8 alle 8?
Ci siamo vicini. E vedere turisti stranieri, americani soprattutto che fanno visitare anche i resti della cacca del cavallo del generale Custer, stare lì e non capire non è piacevole.
Azzarderei qualche ipotesi su tutte queste chiusure, ma mi accorgo di aver parlato solo di ciò che non va, e allora concludo ribadendo il concetto principale: chi può, lo faccia!
Scoprirà quanto è bello questo modo di viaggiare, incontrare, sé stessi e gli altri, conoscere, mangiare e bere, stare in forma, nel fisico e nella mente, pensare… camminare!
Chi può, lo faccia!
P.S. Vorrei pubblicamente ringraziare quel simpatico affittacamere di Itri che, nonostante una prenotazione databile a febbraio scorso e una conferma ricevuta la sera prima, mi messaggia sbrigativamente la mattina stessa dell’arrivo per annunciarmi con tristezza di non potermi più ospitare per indefiniti problemi… Senza questa sua birichina giravolta non mi sarei mai trovato a cercare una alternativa a prezzi pellegrini, ovviamente senza riuscirci, portandomi perciò alla decisione di anticipare di un giorno l’arrivo a Gaeta, cosa che mi ha permesso di concedermi il lusso, per un giorno, di fare il vero turista.
Grazie, caro.
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