L’ Istituto Europeo di Oncologia partecipa al BRA (Breast Reconstruction Awareness) Day 2021, la Giornata Internazionale per la Consapevolezza sulla Ricostruzione del seno, con un messaggio forte per tutte le donne che affrontano una diagnosi di tumore al seno o già convivono con la malattia: la migliore soluzione estetica contribuisce a una migliore terapia anticancro.
“Ancora troppe donne non conoscono tutti i trattamenti disponibili e i nuovi materiali a diposizione del chirurgo plastico per effettuare una ricostruzione su misura per ogni paziente- dichiara Mario Rietjens, Direttore della Chirurgia Plastica Ricostruttiva IEO- Anzi molte ancora pensano che la ricostruzione possa essere un ostacolo o un prolungamento delle terapie oncologiche. Queste paure vanno combattute con l’informazione corretta: la ricostruzione è parte integrante del trattamento oncologico, tant’è vero che è riconosciuta come diritto di ogni paziente dal Sistema Sanitario Nazionale. Anzi, una buona ricostruzione, costruita ad hoc per la paziente, contribuisce a migliorare i risultati delle terapie per riacquisire la propria immagine corporea è fondamentale per aderire alle cure, affrontarle con fiducia e ritornare velocemente alla propria vita “prima del cancro””.
“L’informazione sulla ricostruzione deve essere ancora più capillare in quest’epoca covid e post-covid – sottolinea Viviana Galimberti, Direttore della Chirurgia Senologica IEO -Molte pazienti manifestano nuove paure legate alla vaccinazione antivirus. Va chiarito che non c’è nessuna interazione fra impianto di protesi e vaccino e quindi non c’è alcun rischio nell’effettuare una ricostruzione in una paziente vaccinata. Al di là di questo periodo, ci sono molti dubbi ricorrenti che è importante sciogliere per il buon esito delle terapie nel loro insieme. Fra i più diffusi c’è l’interferenza fra l’impianto dell’espansore o della protesi e cicli di radioterapia. Anche in questo caso il messaggio è di piena rassicurazione: la radioterapia non è una controindicazione per la ricostruzione perché abbiamo messo a punto tecniche avanzate che permettono di irradiare la mammella senza creare complicanze”.
“Allo IEO abbiamo uno dei tassi più bassi al mondo di complicanze della ricostruzione dovute alla radioterapia, pari a circa un terzo rispetto ai picchi massimi pubblicati in letteratura – spiega Maria Cristina Leonardi, Divisione di Radioterapia IEO– Abbiamo realizzato diversi studi sul momento giusto per inserire la radioterapia nel percorso di cura post-chirurgico, in particolare rispetto alla chemioterapia e alla ricostruzione. Abbiamo dunque un programma diverso e specifico per ogni paziente. Inoltre siamo stati fra i primi centri ad utilizzare la tecnica IMRT (radioterapia a intensità modulata) che permette di ottenere una ottimale distribuzione di dose in modo da seguire la conformazione concava della mammella. In questo modo evitiamo di erogare dosi eccessive nei punti in cui non è necessario e, diminuendo il sovradosaggio, diminuiamo la tossicità. Grazie alla IMRT abbiamo messo a punto la tecnica “half-moon “che permette di irradiare con ancor maggiore precisione la mammella ricostruita, risparmiando il più possibile la protesi, al fine di ottenere il miglior risultato estetico. La nuova tecnica ottiene i massimi risultati nel caso della ricostruzione pre-pettorale, una metodica in forte espansione e sempre più spesso proposta alle nostre pazienti.”