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Sinner-Berrettini, spettacolo a Wimbledon. Jannik vince in 4 set contro un Matteo gladiatore: 7-6, 7-6, 2-6, 7-6 di Simone Golia e Gaia Piccardi

Il derby azzurro regala un grande spettacolo sul Centrale di Wimbledon, alla fine la spunta il numero uno al mondo su un Matteo in versione gladiatore. Sfiderà Kecmanovic

Derby splendido, Sinner fa il campione. Berrettini gladiatore

(Gaia Piccardi) Amicizia, la chiamano. È stato un virile scambio di opinioni durato tre ore e 42 minuti tra il ragazzo arrivato dal futuro e il compagno di Davis con un grande avvenire alle spalle. The italian clash che ha dato il titolo agli inglesi si è rivelato un derby extralusso per noi: nell’implosione del calcio, c’è uno sport in cui l’Italia domina. È verde, piovigginoso, bellissimo. Si chiama tennis e appartiene a Jannik Sinner.

Il numero uno del mondo blinda con fatica il terzo turno di Wimbledon — venerdì contro il serbo Kecmanovic, che ha eliminato a sorpresa Griekspoor — con un’altra prestazione a luci e ombre: se al debutto contro il tedesco Hanfmann era giustificata un po’ di tensione da favorito nel Tempio, contro Matteo Berrettini nei meccanismi del campione si è infiltrata l’umidità uggiosa del meteo londinese, benché si giocasse con il tetto chiuso. Ma un Sinner a tratti sfuocato e impreciso, osservato da Mirka Federer in tribuna (è una notizia: Roger è arrivato in Church Road), è comunque riuscito a non smarrire nel prato la sua dote migliore, l’efficacia quando serve, alzando il livello nei tre tie-break che hanno deciso lo psicodramma, al netto del rilassamento del terzo (spia accesa quando arriveranno tempi più duri), come contro Hanfmann. Merito a Berrettini di non essersi mai arreso, gladiatore fino all’ultima palla, mentre Jannik ritrovava lucidità e ordine (era un pallino di coach Piatti) per chiudere al quarto.

Si è giocato poco, all’inizio. Primo game ai vantaggi sul 5-4 Sinner, che si fa annullare un set point dalla coraggiosa discesa a rete dell’avversario, con chiusura di volée di dritto. Jannik è infastidito dallo slice di rovescio di Matteo, abile a staccare una mano all’occorrenza, ma ad uscire dalla diagonale non lo aiutano i colpi strappati. La fluidità sembra rimasta in Renania, ad Halle. È capitalizzando gli errori dell’avversario sul 6-6 (uno smash lungo che gli restituisce il contro-break dell’1-1) e appoggiandosi all’architrave della battuta (due servizi vincenti, un ace) che Sinner allunga. 7-3 (7-6) dopo 51’. Ma subito dopo pensa bene di rianimare Berrettini sprecando due palle break sull’1-1 (ace del romano sulla prima, sulla seconda l’altoatesino sbaglia il passante) e facendosi strappare il servizio al sesto game in una fase del match in cui smarrisce la prima. 2-4.

Anziché spingere sull’acceleratore, Matteo ha un calo repentino: Jannik approfitta del game in cui commette due doppi falli per ristabilire l’equilibrio (3-4) però non decolla. Ci sono altre due palle break buttate nel Tamigi sul 4-4 prima dell’inevitabile secondo tie break. Ancora una volta, il predestinato si ricorda come si fa: Sinner apre con un winner in lungolinea di rovescio, sale 3-0 con un servizio vincente, 4-1 grazie a un errore di Matteo, 5-2 sulla scia di un passante di dritto, 6-4 con un altro servizio vincente, 7-4 con dritto devastante.

Sembra finita, come al primo turno. E invece non lo è. Calano le prime in campo (48%), i traccianti hanno meno mordente. Berrettini ci crede, è il suo momento: scappa 5-1 con due break e sigilla il set (6-2) con il 19° ace. L’amicizia evaporata in rivalità, diventa una questione di principio per il più forte. Uno scambio di cortesie nel quarto set (break e contro break), con Matteo aggrappato al suo servizio come un naufrago (28 ace in totale), indirizza la vicenda al fratricidio del terzo tie break dopo un match point annullato da campione da Matteo al 12° game. E lì, facendo cose complicatissime, Sinner — all’improvviso — diventa gigantesco. L’ultimo punto prima dell’abbraccio a rete (7-3) è una risposta di Jannik nei piedi di Matteo, che inciampa.

Nella swinging Italy a Londra si segnalano anche il vecchio Fabio Fognini, capace di battere a 37 anni il meno erbivoro dei top 10 (Casper Ruud), Musetti e Darderi che si affrontano giovedì, Cobolli e la Paolini. Sinner lo sa: deve ritrovare scioltezza e mente sgombra. Fino a qui, invece, è sembrato pensieroso. «Ho avuto un po’ di fortuna, buonanotte» si accomiata. Splendore nell’erba, è presto per dirlo.

Wimbledon, Berrettini: «In alcuni frangenti ho giocato meglio di Sinner»

Sinner-Berrettini, spettacolo a Wimbledon. Jannik vince in 4 set contro un Matteo gladiatore: 7-6, 7-6, 2-6, 7-6
 | 03 Luglio

Sinner: «Sapevo che avrei dovuto aumentare il livello»

«Siamo molto amici, a volte ci alleniamo insieme, giochiamo insieme in Davis ed è difficile doversi affrontare qui, al secondo turno, in uno torneo così importante. È stato un match di altissimo livello, ho avuto anche un po’ di fortuna nei tre tie-break». Così Jannik Sinner commenta il successo contro Matteo Berrettini a Wimbledon. «Sapevo che avrei dovuto aumentare il mio livello se volevo avere delle chance, lui è uno specialista dell’erba, qui ha giocato una finale: per me era una sfida e sono felicissimo di come ho gestito le situazioni. Ci sono degli alti e bassi in un match, sono soddisfatto». Per Sinner «è un grande onore giocare qui, in questo stadio così speciale – il riferimento al Centrale di Wimbledon – Vediamo cosa succederà, il sostegno del pubblico è stato fantastico».

 | 03 Luglio

Vince Sinner, che spettacolo nel derby azzurro

Jannik Sinner ha fatto suo il derby tricolore con Matteo Berrettini nel secondo turno del torneo di Wimbledon. Il n.1 al mondo si è imposto sul romano, finalista a Londra tre anni fa, col punteggio di 7-6, 7-6, 2-6, 7-6 dopo oltre tre ore e 40′ di gioco. Al terzo turno, Sinner se la vedrà col serbo Miomir Kecmanovic, n.52 Atp, che ha eliminato in cinque set l’olandese
Tallon Griekspoor.

Fonte
CORRIERE.IT
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