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Sinner oggi a Wimbledon contro Hanfmann, i sorrisi con Anna Kalinskaya e la forma straripante: «Non ho alcun dubbio sul mio corpo» – di Gaia Piccardi

L'approccio di Sinner al primo Slam da numero 1 è cambiato: Jannik non aveva mai mostrato pubblicamente la sua vita privata. Passeggia con naturalezza con la fidanzata nei vialetti dell'All England Club

Così sereno, non l’avevano mai visto. È andato a seguire l’allenamento di Anna, ha scherzato con la girlfriend russa e con il coach di lei, Patricia Tarabini, hanno passeggiato insieme per i vialetti dell’All England Club con la naturalezza che Jannik non aveva mai mostrato nell’esibizione dei fatti personali; e una relazione intima lo è per eccellenza. Il giovane uomo sta diventando adulto e il precoce talento userà Wimbledon — non un Wimbledon qualsiasi: il primo Slam vissuto da favorito n.1 (il debutto oggi, 1° luglio, alle 17.15) il più speciale di tutti i Major — per scalare un’altra marcia nel suo percorso di crescita.

C’è stato un tempo, non remoto, in cui se chiedevi a Jannik Sinner dell’amore si avventurava in cervellotici ragionamenti sulle priorità della vita (il tennis) e sull’alto rischio di odio social in caso di brutte figure in campo. Erano i mesi dell’osceno tribunale collettivo sull’amore Berrettini-Satta, una caciara che al barone rosso ha insegnato tanto. Ma ora la classifica è consolidata, la sua serietà sul lavoro un assioma, lo Slam con cui ha rotto il ghiaccio (Australian Open a gennaio) in saccoccia.

Il prossimo passo sarà arrivare insieme ad Anna Kalinskaya all’evento dello sponsor o farsi vedere per mano ai tornei, il loro habitat naturale. Senza troppe smancerie, che non fanno parte delle specialità della casa. Però è chiaro che un tabù si è sbloccato, sciogliendo fibre nervose fin lì attorcigliate (un anno esatto fa Maria Braccini si presentava a Wimbledon in incognito) e nella testa del campione, come nei file di memoria, si è liberato spazio per poter pensare di vivere con più gioia la sua età.

Poi c’è il tennis, naturalmente. Il Sinner di Londra, reduce dalle cinque vittorie di sostanza sull’erba di Halle, sembra il fratello maggiore del Sinner dubbioso della vigilia di Parigi, quando era sbarcato al Roland Garros per testare l’anca infortunata, prima che un tabellone in discesa (compensato dalla salita di questo londinese) lo scaraventasse contro Carlos Alcaraz, la nemesi che lo aspetta in semifinale anche in Church Road.

I tuffi sull’erba tedesca, che spericolati non sono stati («Se non avessi saputo di potermi fidare del mio corpo, non mi sarei buttato»), sono il miglior manifesto della forma straripante di Jannik all’alba del torneo più importante della stagione, il Sacro Graal del tennis, quello che — se lo vinci — ti cambia per sempre l’esistenza.

Il re italiano è stato chiaro: «Fisicamente mi sento molto bene. Non ho alcun dubbio sul mio corpo. Sono solo felice di essere qui, pronto per il primo turno». Ci arriva, oggi terzo match sul campo numero uno mentre il campione in carica Alcaraz inaugura il centrale, avendo vinto un set d’allenamento con un Novak Djokovic che pare ritrovato dopo l’operazione al menisco. Ieri un po’ di pioggia ha guastato la domenica, allora Jannik ha optato per un palleggio leggero e il resto della giornata a casa, nella villetta di Wimbledon dove, in attesa dell’arrivo di papà Hanspeter, le operazioni in cucina sono affidate a Vagnozzi (coach) e Ferrara (preparatore atletico).

Si metterà al barbecue, negli snodi del torneo: gli piace, lo rilassa. Prima c’è Yannick Hanfmann, nato a Karlsruhe con un serio impedimento dell’udito a entrambe le orecchie: «Sognavo di fare il calciatore, ma non sentivo i compagni né il tecnico. Nel tennis è tutto diverso, conta la vista». Dall’altra parte della rete, mister Sinner.

Fonte
corriere.it
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