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Miscellanea

Usa, shutdown record. E Trump cade nei sondaggi

Niente accordo con i democratici su shutdown e muro

Lo shutdown arriva al 22° giorno e diventa il più lungo della storia americana. E non se ne vede la fine all’orizzonte, con Donald Trump e i democratici sempre più ai ferri corti; intanto monta il malcontento anche nelle file dei repubblicani. E mentre i dipendenti federali fanno causa al governo per la serrata, la popolarità del presidente americano nei sondaggi crolla al 42 per cento.

«Siate creativi. Offritevi come baby sitter, portate a spasso i cani, fate le faccende domestiche, organizzate un garage sale». Sul sito della Guardia costiera americana è stato pubblicato un pamphlet di sopravvivenza destinato ai 41mila dipendenti, costretti dallo shutdown a rimanere a casa, per arrotondare “con dei lavoretti” lo stipendio mancato. La pagina è stata rimossa dopo esser diventata virale sui social network. «Non c’è niente di strano – ha spiegato il portavoce dei guardacoste Scott McBride – vogliamo stare vicini ai nostri lavoratori durante questo momento di difficoltà».

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I guardiacoste, i giudici, gli ingegneri della Nasa, gli addetti alle previsioni del tempo e decine di migliaia di altri lavoratori – si parla di oltre 800mila dipendenti statali – venerdì non hanno ricevuto lo stipendio. La situazione comincia a essere complicata. Non mancano i consigli dei legali sulle chat per tutelarsi dalle banche se i conti correnti finiscono in rosso. Altri 420mila statali nei servizi pubblici essenziali invece continuano a lavorare senza essere pagati. I sindacati hanno avviato una causa contro il governo perché sta violando il Fair Labor Act, una legge del 1938 che obbliga a retribuire il lavoro. La parziale paralisi del governo federale dura ormai da 22 giorni. Nove ministeri e una dozzina di agenzie federali sono chiusi o a mezzo servizio. Si tratta dello shutdown più lungo nella storia degli Stati Uniti.

Il precedente record negativo di 21 giorni è stato superato e risaliva al dicembre 1995, quando Bill Clinton pose il veto su una legge di bilancio varata dai repubblicani che tagliava la spesa di salute, ambiente ed educazione. Ora i ruoli si sono invertiti. Dal 22 dicembre il governo federale è bloccato perché Donald Trump non firma la legge di bilancio senza i 5,7 miliardi di dollari di fondi per costruire il muro al confine con il Messico. I democratici non cedono sul muro e chiedono la riapertura del governo. I problemi e le tensioni aumentano, giorno dopo giorno. Per i lavoratori, le persone comuni, le istituzioni e per l’economia. Molti sono già scesi in piazza a protestare, nella capitale Washington, i conti.

Intanto la Sec ha bloccato la comunicazione. Sul sito di Security & exchange commission si legge che viene effettuato un numero molto limitato di operazioni e sono bloccate le Ipo delle società. rollori e gli assistenti di volo, ma anche ad Atlanta e in altre città.

Se lo shutdown continuerà nelle prossime settimane rischiano di saltare i “food stamps”, i buoni con cui fanno la spesa le persone a basso reddito, anziani e famiglie indigenti. L’Irs, l’agenzia delle entrate americana a fine gennaio fa partire i rimborsi fiscali: nel 2018 48 milioni di americani hanno ricevuto 147 miliardi di dollari. Ma quest’anno i rimborsi rischiano di non arrivare per tempo. Sono chiusi i musei e gli zoo statali, i parchi nazionali. I tribunali hanno risorse fino al 18 gennaio. Dopo quella data tutte le cause civili si bloccheranno. Lo stesso è per gli agenti del Fbi e la loro attività contro il terrorismo.

In questo scenario il rischio di una recessione economica è schizzato ai livelli massimi da sei anni. Secondo gli economisti, sentiti in un sondaggio Bloomberg, ci sono il 25% di probabilità di una recessione nei prossimi 12 mesi per la prima potenza mondiale. Le agenzie di rating hanno già lanciato i loro alert sul rischio di perdita della tripla A per il debito Usa.

Il blocco del governo impatterà sulla crescita del Pil nel primo trimestre ma anche sull’occupazione. Quello di gennaio potrebbe essere il primo calo per il mercato del lavoro dal settembre 2010 dopo 99 mesi consecutivi di crescita. Gli economisti temono il crollo degli indicatori di fiducia e dei consumi: gli analisti di Wells Fargo stimano 2 miliardi in meno di ricavi nel retail. Il blocco del governo costa 1,2 miliardi alla settimana all’economia americana. Tra quindici giorni il conto arriverà a sei miliardi e supererà la somma richiesta per il muro. La popolarità di Trump è scesa ai minimi, al 42 per cento. Dai sondaggi emerge che la maggioranza degli elettori repubblicani ritiene scandaloso il protrarsi dello shutdown.

fonte riccardo barlaam ilsole24ore.com

foto ana/ap

Fonte di notizie
ilsole24ore.com
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