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Salute

TUMORI DEL RETTO: EVITARE LA CHIRURGIA È POSSIBILE

Le ultime frontiere della cura del tumore del retto in discussione all’incontro regionale della Sic Lombardia. Aumentano i casi di pazienti che possono evitare la chirurgia

– I progressi nella cura del tumore del retto, che colpisce ogni anno 50.500 italiani,
sono il tema dell’incontro regionale della Società Italiana di Chirurgia (SIC) “Attualità nell’ambito delle
terapie integrate dei tumori del retto”, ospitato il 19 Aprile dall’Istituto Europeo di Oncologia.
“Negli ultimi decenni siamo riusciti a massimizzare le risposte alla combinazione di terapia medica e
radioterapia prima dell’intervento tanto da aumentare fino circa il 30 % la percentuale di pazienti che
ottiene una risposta completa e può quindi evitare l’intervento chirurgico. Nella maggior parte dei casi
la chirurgia è tuttavia necessaria, ma il progresso delle tecniche di intervento, fra cui la robotica, ha
permesso di ridurre gli interventi demolitivi, ottenendo di evitare, o ridurre, la sindrome post-resezione
del retto, che può essere molto invalidante per il paziente. Inoltre, lo screening molecolare dei tumori
del retto e l’introduzione nella pratica clinica di diversi farmaci immunoterapici hanno aperto nuove
frontiere per il trattamento anche in fase precoce di questo tumore” dichiarano i responsabili scientifici
Luigi Boni, Chirurgia Generale e Mini Invasiva, Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale
Maggiore Policlinico, Università degli Studi di Milano, Uberto Fumagalli Romario, Chirurgia
Apparato Digerente e Tumori Neuroendocrini, IRCCS IEO Milano, entrambi delegati SIC, e Maria
Giulia Zampino Oncologia Medica Gastrointestinale e Tumori Neuroendocrini, IRCCS IEO
Milano.
“La possibilità concreta di evitare la chirurgia è stata dimostrata anche in IEO ove sono stati trattati 46
pazienti nell’ambito dello studio italiano NoCut, coordinato dai Colleghi di Niguarda, che prevedeva
l’uso di una chemioterapia di induzione seguita dalla Chemio-radioterapia standard, riportando
remissione completa di malattia nel 38% dei casi. I risultati dello studio saranno a breve oggetto di
pubblicazione” spiega Maria Giulia Zampino.
“L’interazione tra chirurgo, oncologo, radioterapista, con l’apporto innovativo della diagnostica
endoscopica e radiologica sono diventati sempre più importanti per la gestione ottimale dei pazienti con
adenocarcinoma del retto, un tumore in aumento costante, anche nei pazienti con età minore di 50
anni, e con possibili conseguenze significative sulla qualità di vita del paziente, soprattutto in caso di
resezione del retto. Per questo è fondamentale che chi ha una diagnosi o una sospetta diagnosi si
rivolga a un centro oncologico specializzato, perché il trattamento tempestivo e all’avanguardia può
fare la differenza per tutta la vita. Va sempre ricordato che lo strumento più potente nelle mani di ognuno
di noi rimane la diagnosi precoce. La raccomandazione che vale per tutti è quindi di aderire senza
riserve allo screening per la ricerca del sangue occulto a partire da 45-50 anni e, se necessario,
eseguire la colonscopia” dichiara Uberto Fumagalli Romario.
“Siamo in un momento di grandissimi progressi sia dal punto di vista tecnologico che prettamente
oncologico, con terapie sempre più personalizzate, anche a livello genetico, e approcci chirurgici che,
nel rispetto della radicalità oncologica, diventano sempre meno invasivi per i nostri pazienti. Queste
evoluzioni riguardano soprattutto il tumore del retto; è quindi fondamentale l’aggiornamento e il
confronto multidisciplinare”, dichiara il Prof Luigi Boni.

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